X legislatura – Tornata del 27 maggio 1867
importante, ma sul complesso poco abbiamo fatto; e soprattutto niente abbiamo fatto di quanto sta più di ogni altra cosa a cuore alla nazione, e deve anche
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Michelini. Signori, dal 22 marzo che noi siamo qui riuniti, sono passati più di due mesi, durante i quali abbiamo tenuto 45 radunanze. Ma se, come è
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vi sarà più il numero necessario alle deliberazioni.
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Eppure sembra che la Camera rifugga dal trattare le questioni di finanza, che sono le più importanti. Non è forse vero ciò che continuamente si dice
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essere stata finalmente firmata una convenzione, che io non voglio per ora giudicare, nè alcuno lo potrebbe, si esamini al più presto, e frattanto si
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Michelini. A me quanto all'onorevole presidente sta a cuore la fama di attività e di zelo della Camera. Ma più di tutto mi sta a cuore il bene del
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salviamo il paese in questi due mesi, non lo salviamo più, perchè tutti i giorni che passano, sono milioni che se ne vanno, e così cresce a dismisura
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Ma vedendo che il cullarsi in codeste empiriche speranze sia sdicevole più oltre per la Camera, ho dovuto rompere il silenzio, e me ne ha porta
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rinunzia, mi parrebbe più conveniente l'accettare la rinunzia e lasciarlo deputato…
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più che la prima, io le combatto tutte, appoggiando in questo l'onorevole Michelini.
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rammentare gli onorevoli Sanguinetti e Michelini che vi era allora questa fluttuanza, e spesso, permettete che lo dica, più al riguardo delle persone
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Cordova. Mi pare che l'onorevole preopinante sia, come suol dirsi, più realista del Re, si mostri, cioè, più zelante delle massime proposte dalle
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anticipatamente sulle massime, secondo le quali deve interpretarsi la legge nelle quistioni più rilevanti, che possono d'ordinario sollevarsi sull'obbietto
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presidente. Ora, non deliberandosi sulle massime, non occorre più mettere ai voti l'ordine del giorno puro e semplice proposto dall'onorevole
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in chiaro che le massime della Commissione non sono da votarsi dalla Camera, ma i criteri in cui la Commissione è portata, io non sostengo più oltre la
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presidente. Perdoni, onorevole Panattoni, mi lasci parlare un momento: non si parla più delle prime cinque massime, ma ve n'ha una, riguardo a cui la
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presidente. Poichè la Commissione consente che debba limitarsi il numero a 98, non è più necessario mettere ai voti la proposta fatta dal deputato
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Ma da quale regola, da quale principio ha potuto essere mossa la Commissione per venire in una sentenza più larga? Io, per verità, non saprei
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«Il ministro sottoscritto ha esitato più giorni prima di accettare a rinunzia fatta dalla V. S. alla cattedra di filosofia della storia nella regia
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più elevato, quale è quello della scienza e dell'onore che noi dobbiamo alla stessa ed ai suoi cultori. E specialmente oggi in Italia quando si è
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È questo uno spiacevole bivio, in cui si trovano e Governo e professori. Certamente il Ministero è impegnato a trovare modo che i più chiari
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io vo più in là dell'onorevole Lazzaro; credo che basti la dimissione sia data, ed in appoggio della mia tesi non avrei che a citarvi un precedente
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cose, per cui valenti uomini, che godono da una parte la più alta considerazione dei rappresentanti della scienza, e dall'altra la fiducia dei
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Così ridotta la questione ai suoi veri termini, vedrà l'onorevole Valerio che la comunicazione che fu fatta alla Camera è una cosa più che regolare
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decampare i Bassanesi dal proposito che avevano iniziato nella precedente Legislatura, essi vi insistevano più che mai, e che appunto a tale oggetto
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più l'incarnazione, la personificazione del programma del nostro completamento nazionale avvenire; se ciò accadesse, da qual dolore, pensate, non
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ordinario, secondo le leggi italiane, sia una differenza più che di altro, di semplici parole, una semplice differenza di forme; ad ogni modo poi noi
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nucleare non solo il fine prossimo, ma anche il più remoto della legge, colla questione di dipendenza. Voi dite: il professore ordinario ha lo
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sperare di più di coloro che hanno percorso i gradi superiori della carriera, e che quindi hanno meno da sperare.
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che sono sottoposte alle discipline più rigorose per parte del potere esecutivo, e tuttavia sono eleggibili.
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, come prima, membro di tutte le Commissioni e Consigli universitari; egli resta partecipe ben anche, ciò che vale di più, di tutte le propine che erano
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Nel caso nostro io mi permetto di osservare che il testo tedesco (e qui vi hanno molti che conoscono la lingua tedesca anche più di me, sebbene io
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alle aspirazioni di nessuna provincia, e non deroghi ai suoi sentimenti politici; e tanto più nella circostanza attuale credo che la Camera debba
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, non sarebbe più nel potere di colui che l'avesse nominato di rimuoverlo dall'ufficio.
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testo della legge austriaca di cui l'onorevole relatore ha dato lettura; hanno una posizione inferiore per più rispetti, e ciò mi basta per dire che non
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Mellana. Scusi, l'ho domandata io prima contro la chiusura, e l'ho domandata tanto più inquantochè
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presidente. Io non le nego il diritto, dico però che, se la Camera delibera la chiusura, neppure la Commissione potrà più parlare.
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rappresenta il posto più alto, che possa avere il diritto dell'eleggibilità. Ciò è giusto; questo è il diritto che sta in quella parte del regno che
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possano rendere più dubbio il giudizio dell'uno, debbano assicurare assolutamente sull'indipendenza del carattere dell'altro.
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L'onorevole Pescatore diceva che non bisogna argomentare sottilmente: la Camera opinerà meco quando dico che il più sottile argomentatore della
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legge che per l'avvenire non esisterà più, di una legge austriaca, la quale è sperabile che sarà abrogata.
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stesso preoccupato) che vi è una parte di cittadini ancora nel lutto, e che i fratelli più vicini hanno creduto di lenirlo mandando in quest'Aula uno
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straordinario, non vi è più questione sulla sua ineleggibilità anche a fronte della legge elettorale.
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Ora, a dileguare cotale equivoco, è necessario fare presente alla Camera, e più precisamente alla Commissione, la quale sono certo che, se avesse
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scuola d'applicazione unita all'Università di Torino, ma venne sempre più a ribadire la disposizione dell'articolo 53.
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Adunque l'istituto tecnico di Torino, per la parte industriale (che non era più quella che era stata surrogata e convertita a scuola di applicazione
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dell'istituto superiore di Milano e di altri istituti identici, e non più a quello di Torino.
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nell'articolo 309 della legge del 1859, non è più esistente.
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Camera abbia decisa la questione della legalità del più volte rammentato decreto.
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sorteggiabili; supponiamo che gli sia toccato in sorte, d'uscirne, non ci sarà più questione; supponiamo che rimanga nella Camera, rimane nella categoria
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Accademia della crusca
